4 Novembre 2024 / EXPERIENCE

Zinco secondario, criticità per lo sviluppo del mercato in Europa

Il mercato globale dello zinco secondario vale intorno ai 5 miliardi di dollari, secondo il report Secondary Zink Market di Verified Market Report. Pari a un quarto del valore del mercato mondiale di tutto lo zinco, che nel 2023 è stato di 20 miliardi di dollari. E dovrebbe crescere entro il 2030 a un tasso annuo composito (Cagr) del 4,8%.

Ma non mancano le difficoltà a stimolare l’impiego di zinco secondario in diverse applicazioni. Come in particolare quelle legate agli impianti per l’acqua potabile. È il caso dell’ottone (lega di rame e zinco) per la rubinetteria. I nuovi standard piombo-free Ue dal 2027 renderanno infatti, con la tecnologia attuale di raffinazione, praticamente impossibile l’utilizzo di zinco secondario che contiene residui di altri metalli, tra cui il piombo.

Come ridurre il piombo nell’ottone da zinco secondario?

Il 31 dicembre 2026 nell’Unione Europea entreranno in vigore nuovi standard igienici minimi di sicurezza dell’acqua potabile. La novità riguarderà anche i materiali dei componenti utilizzati per i nuovi impianti e per l’aggiornamento di quelli esistenti. E poiché le nuove regole impattano sull’ottone e sullo zinco, il tema è stato affrontato durante il Kerb dedicato ai mercati fisici dei metalli industriali del 66° Faro Club Main Meeting.

«La percentuale di piombo nelle leghe di ottone per il comparto potabilità e nei bagni di zinco dovrà essere inferiore allo 0,2%. Ma ciò – ha osservato Veronica Della Torre, direttore di Ligure Metalli srl e buyer di Metalli2000 srl – renderà impossibile usare zinco secondario, che è fatto da cenere e rottame di zinco. Perché i rottami contengono saldature dove il piombo non scende mai sotto lo 0,6%. La sfida per il settore è trovare una soluzione tecnologica, a cui si sta studiando da tempo. Si può spingere sulle ceneri dei processi di zincatura a caldo, che non hanno contenuti di piombo ma i cui volumi produttivi non sono granché rilevanti».

Questa normativa Ue ostacola l’impiego di zinco secondario e appare quindi contraddittoria rispetto agli obiettivi di riciclo dei metalli per l’economia circolare. Della Torre ha precisato che il problema del piombo riguarda solo due delle trenta leghe che si utilizzano per componentistica degli impianti di acqua potabile. «Quelle interessate rappresentano il 5% del mercato. Oggi tra i produttori di ottone c’è già chi distingue le produzioni. Ma quelli che non distinguono dovrebbero riconvertire tutta la produzione». Un problema in più per le aziende che lavorano l’ottone, settore dove il mercato in Europa è calato da un milione a 750mila tonnellate l’anno e la marginalità delle imprese è generalmente ridotta.

Il mercato dello zinco nel 2024 e 2025

Secondo il Forecast di ILZSG – International Lead and Zinc Study Group, nel 2024 il surplus dell’offerta globale di zinco raffinato rispetto alla domanda sarà di 164mila tonnellate. E di 148mila tonnellate nel 2025. La produzione mondiale è in calo nel 2024, ma dovrebbe tornare a salire nel 2025 con l’aumento della disponibilità di concentrati. In Italia però si ridurrà ulteriormente con la chiusura definitiva dell’impianto Glencore di Porto Vesme in Sardegna.

«In Europa e in Italia il mercato dello zinco è depresso – ha commentato Della Torre – con una contrazione della domanda in più settori. Gli utilizzatori si aspettano un calo dei premi che adesso però è troppo presto per dire come si muoveranno. Sicuramente l’offerta di materiale è diminuita perché i produttori asiatici non sono più interessati al mercato europeo. Anche i coreani dicono di non essere intenzionati a rinnovare i contratti, ma forse saranno disponibili forniture da produttori sudamericani che vogliono presidiare tutti i mercati».

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