ENERGIE RINNOVABILI

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Rame, riflettori accesi sul metallo rosso al recente 62° FARO Club, svoltosi il 21-22 giugno presso il CSMT Innovative Contamination Hub di Brescia. Il rame è infatti tra i non ferrosi per i quali si attende la più elevata esplosione della domanda globale nei prossimi anni con i piani di investimenti pubblici e privati per l’elettrificazione e il raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica in molti paesi del mondo. Al momento, però, nell’attuale congiuntura economica il rame, così come la maggior parte dei metalli industriali, sta soffrendo un rallentamento in gran parte dei mercati internazionali, compreso il driver Cina.
La domanda mondiale di rame raffinato nel 2022 è stata di 25,3 milioni di tonnellate, secondo dati dell’International Study Copper Group. La Cina oggi rappresenta il 60% del mercato complessivo. In prospettiva economia circolare, è interessante notare come per Copper Alliance il riciclo abbia mediamente soddisfatto negli ultimi dieci anni circa un terzo della domanda globale.
Le riserve mondiali di rame, cioè il minerale effettivamente estraibile secondo criteri di sostenibilità economica con le tecnologie esistenti, ammontano a 870 milioni di tonnellate secondo la U.S. Geological Survey. Cile, Australia, Perù, Russia e Messico sono i paesi con le riserve più elevate. Mentre le risorse minerarie di rame presenti sul pianeta, a seconda delle fonti, vanno dai 2,1 ai 5 miliardi di tonnellate.
Lo scenario Q3 per il rame di Intermarket Metalli Non Ferrosi di FARO Club prevede il 40% delle probabilità di prezzo compreso tra 6.950 e 7.850 $/ton. Range di prezzo previsto 7.850-8.600 $/tons al 35% e 8.600-9.250 dollari al 25%.
Interessante al 62° FARO Club Main Meeting è stata la testimonianza sull’andamento della domanda da parte di Soraya Pintor Requena, Director of Raw Materials Procurement di Cunext GrouP, grande player internazionale nel settore della trasformazione di rame e alluminio per molti settori industriali:
«Situazione non buona nelle costruzioni. L’automotive è in recupero, seppure lentamente. Mentre in area Ue la domanda resta forte nell’energia con grandi progetti infrastrutturali supportati con fondi pubblici».
Importante è che il rame sia stato inserito nella lista delle materie prime critiche in Usa e Ue: «Nei prossimi 4-5 anni ci sarà equilibrio tra offerta e domanda di rame, ma dal 2028 ci si aspetta un deficit in assenza di investimenti in aumenti di capacità produttiva».
Soraya Pintor Requena ha poi evidenziato come per la prima volta in una Conferenza sui metalli a cui hanno partecipato esponenti di governi di vari paesi si sia parlato di ricerca mineraria nei fondali marini e di un giacimento da esplorare: «Si tratta comunque di una prospettiva sui 30-40 anni».
Massimo Vincenzi, responsabile Sales Department dell’azienda italiana specializzata nei semilavorati in rame Carlo Colombo spA, ha invece sottolineato come, in seguito al recente incidente nello smelter di Ronnskar in Svezia di Boliden, per il mercato europeo servirà nel breve-medio termine trovare metallo altrove. Mentre per la ripresa del mercato mondiale, occorre comunque aspettare la ripartenza della domanda cinese.
Rame per reti elettriche, produzione e accumulo di energia rinnovabile, e-mobility, infrastrutture ferroviarie, costruzioni, data center, etc. Secondo S&P Global la domanda mondiale del cosiddetto “oro rosso” raddoppierà nel giro di dieci anni: nel 2035 sarà di 35 milioni di tonnellate l’anno, e continuerà a crescere negli anni successivi.
L’Unione Europea prevede che entro il 2050 la domanda potrebbe anche quadruplicare (oscillazioni previste da +213% a + 341%, fonte: Science for Environment Policy, European Commission DG Environment News Alert Service, SCU – The University of the West England, Bristol).