22 Novembre 2024 / EXPERIENCE

Smart Faro Focus su politiche fiscali di Trump e finanze pubbliche USA

Le possibili politiche fiscali di Trump a breve e a medio-lungo termine sono state al centro del 28° Smart Faro Focus. Il presidente Luca Canepa e il Chief Economy Advisor di Faro Club, Arrigo Sadun hanno dialogato sulle ragioni economiche del risultato del voto americano e su tasse e finanza pubblica Usa.

Inflazione determinante sull’esito delle elezioni

Il professor Sadun ha spiegato che c’è stata una forte distonia tra i dati ufficiali sull’inflazione Usa e la realtà percepita soprattutto dalle classi sociali medio-basse. La micro-economia del ceto medio, pesantemente colpito dal livello oggi nettamente più alto dei prezzi di molti beni di consumo rispetto a pochi anni fa, ha quindi prevalso sugli indicatori macro economici relativi a Pil, investimenti e mercato del lavoro. In altre parole, il fatto che i salari americani comincino a tenere il passo con l’inflazione non risolve il problema delle perdite pregresse di potere d’acquisto per vaste fasce della popolazione.

Le prospettive del Pil Usa

«Il primo impatto dell’esito del voto è stato positivo su mercati e imprenditori, non ci sono ancora dati puntuali ma il clima di opinione dei consumatori si è rafforzato», ha osservato Sadun. «Le prospettive sono che la congiuntura economica Usa rimanga relativamente solida nei prossimi mesi. Il tasso di crescita reale dovrebbe mantenersi intorno al 3%, con probabili ulteriori rafforzamenti almeno nella prima parte del 2025. Le considerazioni sul medio-lungo termine dipendono invece dalla portata dell’implementazione delle promesse che Trump ha fatto in campagna elettorale. Certamente se l’economia Usa manterrà un tasso di crescita rilevante, ci saranno benefici anche per l’Europa e l’Italia che nel mercato americano trovano uno sbocco molto importante per il proprio export».

Ma a proposito di commercio internazionale, Sadun ha sottolineato che saranno necessarie negoziazioni tra Usa e Ue per riequilibrare la bilancia commerciale ed evitare il rischio di una paventata guerra tariffaria.

Le prospettive delle politiche fiscali di Trump

«Lo sforzo iniziale della nuova amministrazione repubblicana sarà rinnovare il pacchetto fiscale esistente», ha spiegato l’economista. «Il costo per l’erario è di circa 4 trilioni di dollari in dieci anni. Sgravi aggiuntivi (su mance, straordinari, pensioni) potrebbero comportare oneri addizionali per circa 3,5 trilioni di dollari».

Il presidente Canepa ha chiesto se le promesse di Trump sulle tasse non siano pericolose visto lo stato delle finanze pubbliche americane, caratterizzate dal progressivo ampliarsi del rapporto debito pubblico / pil (123% nel 2024) e deficit pubblico / Pil (intorno al 7%).
«Trump è stato vago in campagna elettorale su come mantenere le coperture fiscali», ha osservato Sadun. «Ha citato l’effetto Laffer, cioè l’aspettativa che i cali delle tasse di solito generano introiti fiscali superiori, e il possibile gettito dall’applicazione di tariffe più alte su alcune importazioni. Ha inoltre detto che alcune componenti dei programmi di stimolo di Biden potrebbero essere ridimensionate e riallocate, soprattutto quelle relative alla transizione ecologica. Ma, in mancanza di indicazioni più precise, è molto difficile che l’insieme di queste misure possano fornire una copertura sufficiente».

E quindi come potrebbero dipanarsi le politiche fiscali di Trump?
«Probabilmente – ipotizza Sadun – il nuovo presidente frazionerà l’implementazione degli sgravi fiscali. Secondo le regole di bilancio Usa ogni misura che comporta aggravio deve infatti essere implementata in dieci anni. Ma adottando misure della durata di cinque anni, la copertura necessaria si ridurrebbe da quattro a due trilioni di dollari. Che è gestibile. Trovare coperture finanziarie per 400 miliardi l’anno per i prossimi cinque anni non è infatti fuori dalla portata della prossima amministrazione, se l’economia non subisce shock. È comunque prematuro addentrarci in queste analisi, anche perché la vittoria dei repubblicani non significa comunque che Trump avrà completa libertà d’azione, soprattutto in materia fiscale».

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