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Gli obblighi di rendicontazione ESG per le imprese previsti dalla strategia europea Green Deal per l’industria sostenibile saranno probabilmente più graduali per otto settori (fonte Reuters). Il termine per l’adozione degli specifici standard contabili ESRS (European Sustainability Reporting Standards) di settore previsti dalla CSRD (Corporate Sustainable Reporting Directive – Ue 2022/2464) dovrebbe infatti essere posticipato a giugno 2026 per le imprese operanti in ambito petrolifero, gas, minerario, trasporti stradali, alimentare, auto, agricoltura, produzione energetica, tessile.
A gennaio 2024 la commissione affari legali del Parlamento europeo ha infatti votato ad ampia maggioranza la bozza di proposta in tal senso della Commissione europea. La modifica non è comunque definitiva perché l’iter decisionale Ue non è completato, e servirà anche l’approvazione degli Stati membri.
La CSRD è uno dei quattro pilastri normativi del Green Deal Ue mirato all’obiettivo della neutralità climatica per il 2040. Che sono:
– SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation – Reg. Ue 2019/2088)
– Taxonomy Regulation (Reg. Ue 2020/852)
– CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive – Dir Ue 2022/2464) – Cosa è la CSRD?
– CSDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive – Procedura 2022/051) – in corso di definizione
La CSRD definisce requisiti di rendicontazione non finanziaria più dettagliati, aumentando la trasparenza sulle performance aziendali secondo il principio della doppia rilevanza: materialità d’impatto e materialità finanziaria.
Il perimetro di imprese operanti nell’Ue a cui si applica la CSRD si sta allargando. Da fine 2025 saranno infatti obbligate a rispettarla le aziende con oltre 50 milioni di fatturato, 25 milioni di capitale attivo, 250 dipendenti. Ma già molte Pmi, pur non essendo ancora sottoposte normativamente all’obbligo, di fatto lo sono dalle richieste dei loro clienti in base alle policy aziendali di selezione dei fornitori in base a criteri di trasparenza di dati sugli obiettivi e le performance ESG per l’industria sostenibile.
Le imprese sono chiamate a definire una strategia climatica e un piano ESG. Occorre definire i KPI per ciascuna azione e un sistema di monitoraggio dello stato di avanzamento per la valutazione dei risultati. Quindi innanzitutto servono un’analisi di Gap Assessment e una mappatura degli ambiti di intervento richiesti dalla normativa. E sulla base di questo, occorre stabilire la Roadmap delle azioni, le funzioni aziendali coinvolte, le attività esternalizzate, gli organi di controllo e governance. Il tutto applicando i criteri contabili ESRS a seconda dei settori e della classe dimensionale dell’azienda.
Come spiega Carlo Luison, Sustainable Innovation Leader di BDO , la rendicontazione ambientale è un processo attraverso il quale le organizzazioni e le imprese comunicano in modo trasparente e completo le informazioni relative alle loro attività, impatti ambientali e iniziative di sostenibilità. Questo processo consente alle parti interessate, come i governi, gli investitori, i consumatori e il pubblico in generale, di valutare e comprendere l’impatto ambientale di un’organizzazione e le misure adottate per mitigare gli effetti negativi sull’ambiente.
Le informazioni che le imprese sono tenute a comunicare sono prospettiche, retrospettive, qualitative e quantitative e riguardano:
– la mitigazione dei cambiamenti climatici, anche per quanto riguarda le emissioni di gas a effetto serra
– l’adattamento ai cambiamenti climatici
– le risorse idriche e marine
– l’uso delle risorse e l’economia circolare
– l’inquinamento
– la biodiversità e gli ecosistemi.
La CSRD richiede dettagliate istruzioni di processo di raccolta dei dati ESG, un responsabile della gestione delle informazioni, piattaforme tecnologiche adeguate per i flussi di dati, limited assurance sulla rendicontazione di sostenibilità.
Sono duplici i vantaggi business nel comunicare obiettivi e performance ESG di industria sostenibile verificabili in maniera trasparente con standard contabili condivisi. Di tipo commerciale e di tipo finanziario
Commercialmente, posizionamento Premium Price.
I consumatori, in particolare le nuove generazioni, sono infatti sempre più consapevoli e attenti alle questioni legate alla sostenibilità. L’80% dei consumatori è disposto a pagare di più per un prodotto sostenibile (fonte: «Winning in Green Markets: Scaling Products for a Net Zero World», World Economic Forum e Boston Consulting Group, 2023).
Finanziariamente, miglioramento Investor Appeal.
Gli investitori di tutto il mondo sono sempre più sensibili ai temi della sostenibilità e cercano aziende con buone prestazioni in settori ambientali, sociali e di governance. Il patrimonio globale in gestione attraverso fondi che investono in sostenibilità è arrivato a 3,1 trilioni di dollari (fonte: Morgan Stanley) con buoni rendimenti medi cumulati degli investimenti ESG.