26 Febbraio 2024 / IMPRESE

Industria green europea: una rivoluzione sostenibile per il futuro con il Net-Zero Industry Act

In vista delle elezioni europee di giugno 2024 si intensifica il confronto tra politica e imprese sulle politiche per lo sviluppo economicamente sostenibile dell’industria green europea che dovrebbe produrre le tecnologie per la transizione energetica e la manifattura sostenibile.

La questione è molto rilevante rispetto agli obiettivi del Green Deal europeo, visto che l’industria green continentale delle tecnologie carbon-neutral è ancora poco sviluppata in molti comparti. A partire da quelle per il fotovoltaico e le batterie, largamente importate da Cina e Asia sia come componentistica sia come prodotti finiti. E anche laddove l’Europa vanta operatori industriali affermati, come per esempio nel caso degli impianti eolici, dell’automotive e delle soluzioni per l’efficienza energetica, le aziende del Vecchio Continente soffrono o potrebbero soffrire molto la bassa redditività dei progetti e la concorrenza di aziende extra Ue.

Le fondamenta della transizione verso l'industria green

A tal proposito, il Critical Raw Materials Act (CRMA) e il Net-Zero Industry Act (NZIA) hanno l’obiettivo di aumentare l’autonomia strategica dell’Europa nel campo dell’industria green. A livello politico, dopo l’accordo raggiunto a novembre 2023 sul CRMA, un ulteriore passo avanti in tale direzione è stato fatto il 6 febbraio 2024, quando il Consiglio e il Parlamento europei hanno raggiunto un primo accordo proprio sul Net-Zero Industry Act che definisce le misure per rafforzare le filiere continentali. L’obiettivo NZIA per l’industria green è arrivare per il 2030 a una produzione made in Europe di almeno il 40% del fabbisogno di tecnologie net-zero nel mercato Ue.

E sempre in tale direzione il 20 febbraio al Summit per l’industria europea di Anversa i vertici di venti settori industriali del continente hanno presentato alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Layen una Dichiarazione che chiede un progetto strategico di politica industriale comune per il periodo 2024-2029 pragmaticamente integrata agli obiettivi e alle politiche del Green Deal e supportata da adeguati fondi come lo è negli Usa l’Inflation Reduction Act, ampliando anche la portata di NZIA e CRMA.

Contemporaneamente il 20 febbraio Confindustria Italia ha presentato il documento Fabbrica Europa, che tra i suoi punti essenziali affronta la questione di come dovrebbero evolvere le politiche Ue per la competitività dell’industria nella transizione verde, compresa la difesa dello sviluppo delle filiere europee net zero 100%. Quindi potenziamento del Net-Zero Industry Act, del Critical Raw Materials Act e della Strategic Technologies for Europe Platform (STEP).

Le tecnologie sostenibili che stanno trasformando l'industria

Le tecnologie più rilevanti rispetto a cui il Net-Zero Industry Act punta a sostenere le filiere europee sono l’eolico, il fotovoltaico, le pompe di calore, le batterie, le reti, l’idrogeno verde, la cattura e lo stoccaggio della Co2, il nucleare. Ma sulle ultime due non mancano voci dissonanti, in particolare dal mondo delle associazioni ambientaliste facenti capo all’EEB – European Environmental Bureau, che considerano CCUS e fusione nucleare tecnologie costose e non mature su cui non sprecare investimenti che distolgono fondi dagli obiettivi intermedi del 2030.

Voci critiche sul NZIA arrivano anche dall’industria fotovoltaica europea , perché gli obiettivi di forte riduzione delle importazioni di tecnologie fotovoltaiche dalla Cina di fatto escluderebbero dalle aste delle rinnovabili gran parte dei pannelli e dei relativi componenti che servono per raggiungere gli ambiziosi target europei di transizione energetica green (600 GW di nuove installazioni entro il 2030) e che non sono realisticamente producibili nei prossimi anni né in Europa né altrove nel mondo.

Impatto economico dell'industria green delle tecnologie net-zero

Secondo la European Environment Agency, l’implementazione del Green Deal europeo richiede investimenti di 520 miliardi di euro l’anno dal 2021 al 2030. E dal 2023 al 2030 serviranno ulteriori 92 miliardi di euro di investimenti per spingere la capacità manifatturiera dell’Ue nel campo delle tecnologie a impronta carbonica neutra. Cioè proprio lo sviluppo di un’industria green europea che dovrebbe essere supportata da NZIA, CRMA e STEP.+

Difficile, se non impossibile, quantificare oggi la misura in cui questi investimenti saranno realizzati e le relative ricadute economiche. Quel che è certo, come evidenzia Confindustria, è che l’efficacia passa innanzitutto attraverso la velocizzazione dell’adozione degli interventi previsti dal Net-Zero Industry Act e da altre misure Ue per l’industria green, che attualmente sono molto più lunghi di quelli statunitensi e cinesi. Inoltre occorre rafforzare e coordinare gli investimenti pubblici e privati e stanziare nel bilancio Ue anche fondi specifici per gli IPCEI, i progetti importanti di interesse comune europeo, da rendere più accessibili anche da parte delle Pmi.

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