15 Maggio 2024 / ENERGIA - RINNOVABILI

Fonti rinnovabili in Italia: guida completa per l’energia sostenibile

Nel primo trimestre 2024 la capacità installata di fonti rinnovabili in Italia ha raggiunto i 66 GW. Pari alla metà dell’obiettivo 2030 della proposta aggiornata del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), che è di 131,3 GW. Nel giro di sei anni bisognerebbe quindi aggiungere 65,3 GW, di cui più o meno due terzi fotovoltaico e un terzo eolico. Il PNIEC non prevede invece sostanziali aumenti della capacità installata per le altre fonti rinnovabili (idroelettrico, bioenergie, geotermia).

L’incremento medio annuo dovrebbe pertanto essere di 11 GW. Teoricamente fattibile, se si accelera ulteriormente il ritmo di crescita, soprattutto per il fotovoltaico. Secondo il rapporto mensile di marzo 2024 sul sistema elettrico nazionale di Terna, infatti, nei primo trimestre 2024 la capacità complessiva in esercizio di fonti rinnovabili in Italia è aumentata di 1,844 GW (+52% rispetto al primo trimestre 2023). Di cui oltre il 90% fatto dal fotovoltaico (1,721 GW, +63% sullo stesso periodo dell’anno precedente), mentre l’eolico si è fermato a 0,142 GW (-2%).

Obiettivi discordanti di capacità installata di fonti rinnovabili: PNIEC, RePowerEU, G7 Energia

A giugno 2023 il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE) ha inviato alla Commissione europea la proposta di aggiornamento del PNIEC, per valutazione. La risposta è attesa entro metà 2024. Il target fissato dal Piano Nazionale per le fonti rinnovabili in Italia è però inferiore a quello posto dal RePowerEU, che è di 143 GW anziché di 131,3 GW. Quindi, adeguandosi agli obiettivi Ue, nel giro di sei anni bisognerebbe aggiungere 77 GW di potenza installata invece di 65,3 GW. Non una grandissima differenza, in ogni caso: 13 anziché 11 GW all’anno.

L’obiettivo è però diventato ancora più ambizioso se si considerano gli impegni assunti dai Paesi membri del G7 dell’Energia di Venaria Reale a fine aprile 2024. Cioè triplicare la capacità rinnovabile installata entro il 2030, che per l’Italia significherebbe passare da 66 a 198 GW. In questo caso il divario da colmare è di 132 GW, e servirebbe pertanto un incremento medio di 22 GW l’anno.

Boom delle richieste di connessioni per fotovoltaico ed eolico

Come si evince da Econnextion, la mappa di Terna delle connessioni di fonti rinnovabili in Italia, al 31 marzo 2024 risultano in gestione 5678 pratiche per un totale di potenza di 336,38 GW per progetti di fotovoltaico, eolico on-shore ed eolico off-shore. Pari cioè ad almeno due volte e mezzo i target 2030 del PNIEC (131,3 GW) e del RePowerEU (143 GW) per tutte le fonti rinnovabili in Italia. E quasi il doppio del più ambizioso impegno assunto al G7 Energia (198 GW).

Nello specifico, le richieste in termini di potenza riguardano per il 43,06% il fotovoltaico (144,84 GW, 3642 pratiche), per il 30,07% l’eolico on-shore (101,14 GW, 1897 pratiche), per il 26,88% l’eolico off-shore (90,41 GW, 139 pratiche). E complessivamente, le pratiche avviate verso un esito positivo assommano a oltre la metà dei 336,38 GW di capacità da installare.

Lo stato delle richieste è infatti così suddiviso: 160,58 GW di STMG – Soluzioni Tecniche Minime Garantite accettate da parte dei proponenti; 35,26 GW di progetti con nulla osta di Terna per avvio dell’iter autorizzativo; 7,62 GW di procedimenti in fase più avanzata con definizione del contratto di connessione; 71,56 GW di progetti in valutazione; 61,37 GW di STMG da accettare.

Insomma, se tutto procede senza cambi normativi di particolare impatto nella definizione delle aree idonee a livello nazionale e regionale e delle procedure autorizzative, gli obiettivi minimi di PNIEC e RepowerUE in termini di capacità di fonti rinnovabili in Italia entro il 2030 dovrebbero essere addirittura ampiamente superati.

Ma la cosa ovviamente non va da sé. Forti sono infatti le opposizioni contro la diffusione di progetti eolici e fotovoltaici a terra.

Inoltre si pone la questione tecnica ed economica dell’adeguamento delle infrastrutture energetiche di accumulo e di trasmissione e distribuzione flessibile della corrente elettrica dalle fonti rinnovabili intermittenti.

Il dibattito e la normativa sulle aree idonee per i grandi impianti

Particolarmente rilevante è la questione della superficie dei terreni agricoli, utilizzati e non utilizzati, su cui si prevedono progetti di fotovoltaico a terra e di eolico on-shore. Soprattutto nel Centrosud d’Italia. Le prime tre regioni come volumi di GW oggetto delle richieste di connessione sono Puglia, Sicilia e Sardegna, che da sole sommano ben 229,67 GW di potenza e 3307 pratiche. Ben superiori al loro fabbisogno energetico.

Molto dipende anche da come evolverà la normativa in materia di autorizzazioni (Testo Unico) e di definizione delle aree idonee (parametri nazionali, reggi regionali) per le fonti rinnovabili in Italia. In particolare sui terreni agricoli disponibili e non utilizzati (che a livello nazionale risultano essere 3,7 milioni di ettari su un totale di 16,5 milioni registrati dal 7° Censimento Generale Agricoltura del 2020). Sul tema il dibattito politico e tra le diverse associazioni ambientaliste e di categoria agricole, energetiche e industriali è infuocato.

Elettricità Futura, che rappresenta i produttori di oltre il 70% di energia elettrica in Italia, per esempio insiste sulla strategicità economica degli impianti a terra utility-scale per il fotovoltaico. Essenziali in termini di costo livellato medio dell’elettricità (LCOE nettamente più basso). E calcola che per raggiungere gli obiettivi del RePowerEU basterebbe solo lo 0,5% dei terreni agricoli, quando oggi gli impianti fotovoltaici a terra occupano solo lo 0,13% della superficie agricola disponibile, cioè 16mila ettari (160 km quadrati).

Di tutt’altro avviso sono le numerose associazioni ambientaliste e comitati territoriali di Coalizione Articolo 9. Che denuncia speculazioni e chiede di installare impianti fotovoltaici solo su superfici edificate fuori dai centri storici e in aree degradate o di bonifica. E in ogni caso solo nelle aree idonee definite dalla Regioni, sospendendo nuovi insediamenti e cancellando ogni forma di incentivi.

Il panorama delle fonti rinnovabili in Italia

Nel 2023 le fonti rinnovabili in Italia hanno generato 112,6 TWh di energia elettrica, pari al 46% della produzione e al 37% della domanda nazionale. Un trend in crescita rispetto agli ultimi anni grazie all’apporto di fotovoltaico (30,6 TWh nel 2023) ed eolico (23,4 TWh), che sono arrivate complessivamente al 20% della produzione elettrica nazionale.

La fonte rinnovabile che più contribuisce al mix elettrico rimane l’idroelettrico, che nel 2023 si è ripreso dopo il forte calo a causa della siccità nel 2022 e ha generato 38,2 TWh. Chiudono la panoramica le bioenergie (15,1 TWh nel 2023) e la geotermia (5,3TWh).

La performance complessiva delle fonti rinnovabili in Italia nel 2023 non è stata comunque il record di sempre. Né in termini assoluti né come percentuale del mix elettrico. Nel 2014 la generazione complessiva di elettricità green aveva infatti raggiunto i 120 TWh, pari al 43,3% della produzione e al 37,5% della domanda di allora (che per inciso era stata quasi la stessa, 309 TWh nel 2014 vs 306 TWh nel 2023).

Fotovoltaico ed eolico sono anche le fonti rinnovabili per le quali più è aumentata la potenza installata connessa nel 2023, con l’aggiunta rispettivamente di 5,234 GW e 0,467 GW. Sostanzialmente invariata rimane la capacità accumulata di idroelettrico, geotermico e bioenergie.

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Tra le fonti rinnovabili in Italia il fotovoltaico è di gran lunga quella che sta crescendo di più come capacità installata. Al 31 marzo 2024 si sono raggiunti i 32 GW. Dopo che nel 2023 si erano installati 5,234 GW, nel primo trimestre del 2024 se ne sono aggiunti 1,721 GW (fonte Gaudì-Terna). In sensibile aumento è la quota di impianti di taglia medio-grande (raddoppiati nei primi tre mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo de 2023 come numero e potenza quelli in fascia 20-1000 kW, triplicati come numero e più che quadruplicati come potenza quelli oltre 1000 kW). Il target 2030 del PNIEC per il fotovoltaico è di arrivare a 80 GW. Il delta da colmare quindi è di 48 GW.

Al 31 marzo 2024 le 3642 richieste a Terna di connessione per progetti fotovoltaici ammontano a 144,84 GW. Cioè tre volte il delta da colmare rispetto al target PNIEC. Le prime tre regioni nell’ordine sono Sicilia, Puglia e Sardegna, che concentrano richieste per 99,08 GW di potenza fotovoltaica.

Eolico e idroelettrico: la forza del vento e dell'acqua per un futuro sostenibile

Tra le fonti rinnovabili in Italia l’eolico è la seconda come tasso di crescita. Ma nel 2023 ha rallentato. Al 31 marzo 2024 la capacità installata ha raggiunto i 12,478 GW. Nel 2023 si sono installati 0,467 GW e nel primo trimestre del 2024 se ne sono aggiunti 0,178 GW (fonte Gaudì-Terna). Il target 2030 del PNIEC per l’eolico è di arrivare a 28 GW. Il delta da colmare quindi è di 15,5 GW.

L’eolico ha comunque il primato come potenza complessiva dei progetti oggetto di richieste di connessione a Terna. Al 31 marzo 2024 risultano complessivamente 2036 pratiche per 191,55 GW di potenza (cioè tredici volte il delta da colmare rispetto al target PNIEC), di cui 1897 pratiche per 101,14 GW di eolico on-shore e 139 pratiche per 90,41 GW di eolico off-shore. Le prime tre regioni sono Puglia, Sicilia e Sardegna, che concentrano richieste per 59,21 GW di potenza eolica on-shore e 71,38 GW off-shore.

Tra le fonti rinnovabili in Italia la prima come potenza installata ed effettiva generazione energetica è l’idroelettrico. La capacità installata al 31 marzo 2024 è di 21,731 GW, con circa 5mila impianti concentrati nelle aree alpine del Nord Italia. Nel 2023 l’idroelettrico ha generato 38,2 TWh, un terzo dell’apporto complessivo delle fonti rinnovabili in Italia, soddisfacendo il 12% della domanda nazionale di energia elettrica.

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