Dopo le vacanze romane di marzo e dopo aver sconfinato nella scorsa uscita estiva in Ticino il Club FARO è tornato per il suo 37esimo meeting là dove ha celebrato più volte i suoi fasti. La kermesse del 23 e 24 ottobre ha infatti avuto luogo al Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso di Stezzano (Bergamo).
Il pomeriggio di lavori inizia con il saluto dell’anfitrione Paolo Kauffmann, presentato come «il regista» del periodico appuntamento dal moderatore Gianfranco Fabi, firma de Il Sole 24 Ore e voce di Radio 24.
La parola è poi passata a Leonardo Marabini, che in seno alla maxistruttura bergamasca fortemente voluta dal presidente del gruppo Brembo Alberto Bombassei opera in qualità di direttore del marketing e delle vendite. Ed è con un certo giustificato orgoglio che squaderna dinanzi all’auditorio folto dei faristi i numeri che fanno del centro un caso di successo e un esempio non solo per la Penisola.
Ed è sull’onda del successo e dell’eccellenza che la parola passa a Giancarlo Dallera, presidente di Cromodora Wheels Spa. Con la passione che l’ha fortemente contraddistinto, il presidente di Cromodora impartisce un primo insegnamento alla platea del FARO: «In Italia siamo chiamati a essere visionari. Ma anche a far valere le nostre capacità nel mondo. E in questo senso vorrei rivolgermi oggi a chi crede che ancora si possa fare impresa in Italia nonostante tutto. E che tuttavia è convinto della necessità di internazionalizzare il business. Perché da un punto di vista commerciale ed economico fuori dalla Penisola c’è un mondo che cresce a tassi del 4-6%».
Come da tradizione, ai microfoni di FARO, la sempre puntuale view di Arrigo Sadun che esordisce dicendo: «All’Europa, divisa da Nord a Sud in tre ideali fasce a seconda della salute economica dei vari Stati, servono buone politiche. E in questo senso i commenti sull’Italia sono superflui. Ma l’economia è l’ultimo dei problemi di una Penisola in cui le istituzioni presentano eccellenze veramente rare e inficiano, più che valorizzarle, le capacità dei singoli individui e aziende. È il Paese nel suo insieme a non funzionare, guidato dalla fallimentare azione di una classe dirigente della quale i politici rappresentano solo una parte, rivelatasi fallimentare, per almeno due o tre generazioni consecutive».
Dopo un break fatto di networking, grazie alla nuova iniziativa di casa FARO, il OneToOne, si riparte con l’attesissimo Panel di Discussione. E’ l’Economia dell’Oriente, in particolare della Cina di Simon Hunt e Giuliano Noci, la protagonista indiscussa del dibattito.
«Quel che accadrà nei prossimi due anni coglierà di sorpresa investitori, banche centrali e industrie legate alle materie prime: aspettatevi l’inaspettato. Per ora le istituzioni sembrano credere alla fine della recessione, ma è wishful thinking. Le strutture economiche sono fragili e tenute in vita a suon di steroidi economici dalle banche centrali. Le zolle tettoniche stanno convergendo per creare scenari inediti e lo mostra il picco storico che stiamo vivendo». Si è aperto così all’Osservatorio FARO il primo degli interventi in programma da parte di Simon Hunt, advisor dell’omonima società inglese.
Lascia spazio alla positività il pro-rettore del Politecnico di Milano per la Repubblica Popolare Giuliano Noci, che ricorda il pregiudizio positivo nei confronti dell’Italia nutrito dai cinesi, come opportunità che le nostre imprese potrebbero sfruttare a loro vantaggio anche in assenza di un sistema Paese forte o scaltro abbastanza da sostenerle. «Gli investimenti necessari sono certamente ingenti ma le possibilità di fare business sono ampie soprattutto nelle regioni centrali del Paese caratterizzate da 265 città con oltre un milione di abitanti e da megalopoli con circa 30 milioni di residenti, con un Pil in crescita mensile superiore al 15%».
Si chiude con un interessante incalzare di domande la prima giornata di lavori. A seguire, un’affascinante visita al reparto testing dei sistemi frenanti per auto, moto e veicoli commerciali in casa Brembo Spa, che a seguire ha ospitato nelle sale del proprio ristorante il Networking Dinner.
La seconda giornata si apre all’insegna delle Commodity. Prezioso ed immancabile, l’intervento di Paolo Kauffmann, Ceo Kauffmann&Sons, che fa del cambiamento la keyword dell’osservazione intermarket.
Senza perdere tempo, torna sul palco Simon Hunt, con l’intento di colloquiare del Dottor Copper e i suoi fratelli.
L’intensa giornata prosegue tra meeting OneToOne e Ring Time, che come di consueto sollevano questioni attuali e favoriscono il dibattito tra operatori dello stesso mercato impegnati a condividere e a cercare nel confronto una soluzione ai problemi comuni al proprio comparto di riferimento. Per questa occasione una new entry: il ring time sull’Energy.
A conclusione dei lavori, cinque Outlook specifici sulle materie prime: Acciaio, Energy, Shipping, Materie Prime Alimentari e Metalli preziosi, i protagonisti. In chiusura, l’intervento sulla gestione del Rischio legato all’acquisto di Energia attraverso il modello MAK a cura di Giovanni Grillo, Managing Director di Lowendalmasai Southern Europe, con riferimenti pratici al Case History di Siram Spa, che tale modello ha applicato con risultati eccellenti, come sottolineato da Fabio Meyer, Purchasing Director della Società.
E’ nella Piazza delle Idee del Kilometro Rosso, dove cross fertilization e networking si uniscono creando una sorta di “quel che la bottega del Verrocchio fu per Leonardo Da Vinci” che si rinnovano i saluti al prossimo appuntamento del Commodity Club, che attende i suoi numerosi Faristi nelle sale del Museo Ferrari a Maranello il 3-4 Aprile 2014!