ENERGIE RINNOVABILI

Eolico in Italia e obiettivi PNIEC, serve anche il repowering di 6 GW di vecchie turbine
L’Italia è tra i paesi Ue più virtuosi come economia circolare. Ma rimane lontana dagli obiettivi di un’economia circolare che riduca in maniera significativa l’utilizzo di materie prime primarie e incrementi quello di materie prime seconde ottenute riciclando, rigenerando e trasformando prodotti esistenti giunti a fine ciclo vita.
Secondo il “4° Rapporto dell’economia circolare in Italia – 2022” curato da Circular Economy Network, Fondazione per lo sviluppo sostenibile ed Enea, nel 2020 (ultimi dati disponibili) il tasso italiano di utilizzo circolare di materia, in crescita continua per dieci anni, è stato comunque del 21,6% rispetto alla media Ue del 12,8%: il quarto più alto dopo Paesi Bassi, Belgio e Francia.
Meglio della media europea anche la produttività italiana delle risorse: 3,5 euro di Pil generato per ogni kg consumato (2,1 euro di Pil in Ue). Inoltre nel decennio 2010-2020 l’Italia ha ridotto del 36% l’uso pro-capite di materie prime: nel 2020 in Italia 7,4 tonnellate per abitante rispetto alla media europea di 13 tonnellate (dato in calo ovunque anche per la delocalizzazione extra Ue di molte attività produttive.
L’Italia ha il primato europeo di riciclo dei rifiuti: l’83% nel 2020, rispetto alla media Ue del 39,2% (dati Eurostat). In particolare, secondo il Rapporto sull’economia circolare, l’Italia è ai primi posti per il riciclo di rifiuti speciali (75% nel 2018) e urbani (54,4% nel 2020).
È invece indietro, quart’ultima, e ha ultimamente rallentato nel riciclo di rifiuti elettrici ed elettronici (Raee), che sono un’importante fonte di metalli riutilizzabili (dati Eurostat: Italia 32,1% nel 2017, media Ue 37%).
L’economia circolare non decolla perché è ancora molto debole il disaccoppiamento tra crescita del PIL e uso di materie prime. Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità il piano d’azione europeo per l’economia circolare dà molta importanza all’ecodesign (progettazione ecocompatibile dei prodotti) e alla circolarità dei processi produttivi nei settori a più alta intensità di utilizzo di risorse e ad alto impatto ambientale (plastica, tessile, costruzioni, elettronica, alimentare, batterie, veicoli). In tutto ciò conta quindi anche la rapida e piena attuazione delle misure del PNRR.