ENERGIE RINNOVABILI

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Le batterie LiFePO4 (LFP) per le auto elettriche sono batterie agli ioni di litio con catodo al litio, ferro e fosfato. Molti esperti e operatori di e-mobility le considerano una valida alternativa alle più utilizzate NMC con catodo al nichel manganese cobalto.
I principali vantaggi delle batterie con catodo al litio ferro fosfato sono: produzione più economica; ciclo di vita più lungo; niente cobalto, la cui industria estrattiva è sotto accusa per la bassa sostenibilità ambientale e sociale (riserve concentrate nella Repubblica Democratica del Congo).
Però oggi le batterie LFP sono in gran parte prodotte in Cina, che controlla ampiamente le filiere del litio e del fosfato, compresa la raffinazione.
Tra i vantaggi tecnici delle batterie LFP ci sono la durata utile e l’affidabilità. Con un ciclo di vita più lungo delle batterie NMC, possono sopportare un numero più alto di cicli di carica/scarica. Ma non tutti gli esperti concordano che sia consigliabile ricaricarle al 100%.
Lo svantaggio tecnico delle batterie LFP è che hanno una densità energetica inferiore rispetto alle batterie NMC. E quindi minori prestazioni in termini di autonomia energetica.
Recentemente il Ceo Carlos Tavares ha dichiarato che Stellantis ha bisogno di batterie al litio ferro fosfato per produrre auto elettriche a costi più ridotti e quindi più accessibili ai consumatori. Negli Usa sulle batterie LFP puntano con decisone Tesla e Ford, che inizierà a produrle nel 2026. E anche in Europa c’è interesse.
Pesano però le incognite legate a due componenti essenziali: il litio e il fosfato.
L’industria estrattiva e di raffinazione del litio presenta infatti elevati costi economici, ambientali e geopolitici. Mentre il fosfato è un’incognita in termini di diversificazione del rischio in caso di forte aumento della domanda, visto che il 70% delle riserve mondiali di fosforo si trova in Marocco e che gran parte del materiale estratto per l’industria delle batterie viene oggi lavorato in Cina.