29 Maggio 2024 / TRANSIZIONE ENERGETICA

Sostenibilità energetica e ambientale: i progressi dell’Italia nel 2023

Buono il risultato dell’Italia nel 2023 rispetto agli obiettivi Fit for 55 al 2030 di sostenibilità energetica e ambientale. Le emissioni di gas serra sono infatti calate complessivamente del 6,5% sul 2022. Un taglio di 27 milioni di tonnellate. Per centrare il target Ue 2030 di decarbonizzazione, l’Italia dal 2024 dovrebbe tagliare in media 20 milioni di tonnellate di emissioni l’anno.

La maggiore riduzione delle emissioni è avvenuta nel settore elettrico, che ha fatto due terzi del totale. In particolare, il calo anno su anno nel 2023 è stato del 18%. Il più marcato dal 1990, da quando il trend è comunque in riduzione. Secondo Ispra, infatti, negli ultimi trent’anni le emissioni di CO2 specifiche del settore elettrico si sono dimezzate, scendendo a 236 g/hWh.

L’intensità energetica del Pil italiano nel 2023 è scesa del 3% a 80 tep (tonnellate equivalenti petrolio) per milione di euro, secondo stime Enea. I consumi finali di energia sono diminuiti di 3,5 Mtep. A contribuire sono stati gli edifici (-2,3 Mtep grazie all’inverno mite e all’attenzione sui consumi a causa del caro bollette) e l’industria (-1,2 Mtep per il calo della produzione). Nessuna variazione di rilievo invece nei trasporti.

Il calo di produzione e impatto ambientale delle fonti energetiche tradizionali

Il mix elettrico italiano del 2023, a fronte di una leggera riduzione della domanda, ha visto una netta riduzione della produzione di corrente da combustibili fossili (-22 TWh il gas, -9 TWh il carbone, – 2 TWh il petrolio) e un deciso aumento da fonti rinnovabili (+15 TWh).

Lo stato della transizione italiana verso fonti energetiche sostenibili

Nel 2023 a inizio 2024 le energie rinnovabili in Italia sono nettamente aumentate sia come quota di apporto nel mix elettrico sia come installazioni di capacità connessa. Ma la crescita annua è ancora molto lontana dal ritmo necessario per raggiungere i target Ue. Anche se volumi di GW di potenza delle richieste a Terna di connessioni di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici sono già oggi ben superiori a quello che servirebbe per raggiungere gli obiettivi 2030 Pniec e RePowerEU, i tempi di autorizzazione e realizzazione degli impianti rimangono mediamente lunghi.

Si accentua intanto la discussione sull’impatto ambientale dei grandi progetti di fotovoltaico a terra ed eolico. In prima linea, su posizioni molto diverse, ci sono anche importanti associazioni ambientaliste come Legambiente e Italia Nostra.

Il dibattito sulle sostenibilità energetica e ambientale delle fonti rinnovabili

Legambiente è per accelerare sulle rinnovabili. E vorrebbe un stop dei sussidi alle fonti fossili, che secondo il Fondo Monetario Internazionale nel 2022 per far fronte al caro energia hanno raggiunto in Italia in varie forme la cifra record di 57 miliardi di euro (Legambiente calcola invece che siano arrivate a 94,8 miliardi) e nel mondo di 7mila miliardi di dollari.

Nei recenti report “Scacco Matto alle Rinnovabili” e “Comuni Rinnovabili 2024” Legambiente denuncia i ritardi degli iter autorizzativi e chiede una legislazione nazionale sulle aree idonee che riduca il potere di interdizione degli enti locali e velocizzi i tempi. Soprattutto per i grandi impianti utility-scale che producono l’energia meno costosa, necessari a raggiungere i target. Inoltre, sottolinea il positivo effetto economico delle energie green e delle relative filiere su costi energetici, autonomia strategica e Pil dell’Italia.

Italia Nostra è invece pro rallentamento. Con il “Manifesto degli Stati Generali delle Aree Interne contro eolico e fotovoltaico a terra”, promosso da Coalizione Articolo 9, Italia Nostra denuncia l’impatto crescente su molti territori dei grandi progetti e chiede una legislazione restrittiva sull’individuazione delle aree idonee.

Inoltre Italia Nostra sollecita uno stop agli incentivi alle tecnologie rinnovabili mature. Di cui sottolinea il costo negli ultimi quindici anni (141 miliardi di euro di oneri di incentivazione dal 2010 al 2023, dati GSE – Gestore Servizi Energetici). Nei prossimi anni si aggiungeranno almeno 65 miliardi già impostati e ulteriori incentivi ventennali per le prossime aste secondo il Decreto FER X in elaborazione. E gli incentivi per i sistemi di accumulo temporaneo. Più altre forme di indennizzo sulle possibili perdite economiche per il settore delle rinnovabili, che potrebbero rendersi necessari a fronte dell’aumento in Europa dei fenomeni di prezzi negativi nel mercato elettrico per over generazione da fonti intermittenti non gestibile dalle reti.

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